Qui al microfono c’è sempre il tuo, il vostro, il nostro Lorenzo Ferrari che come sempre sono io. Era un po’ che non registravo una puntata di Radio Ristorazione ma lo continuo a fare con piacere. Almeno per le prossime 10 puntate, poi anche a seconda dei feedback che riceverò, deciderò se continuare o meno.
Oggi parliamo di un tema che mi sta molto a cuore, che è anche una grande sciocchezza che gira nel nostro mondo. Quella di paragonare I PROCLAMI DEI CONCORRENTI con i FATTI DELLA PROPRIA AZIENDA. Mi spiego meglio.
Cosa intendo con “proclami”? Parlo di “proclami” per riferirmi a tutte quelle comunicazioni autoreferenziali e pubblicate nel pieno del conflitto d’interessi per mostrare il meglio di sé e della propria azienda. Lo scopo di questi proclami è palese: aumentare la propria credibilità, il proprio giro d’affari e in generale apparire come vincenti e infallibili.
Degli esempi? La grande catena che pubblica un comunicato stampa dove informa tutti gli stakeholder dei successi dell’anno passato. La testimonianza, pubblicata dal formatore di turno come uno screenshot di chat su Whatsapp dove qualcuno dei propri clienti condivide un risultato positivo. Un post su gruppi Facebook dove si inneggia all’aumento del fatturato del 100%. O la sparata del tipo “ho applicato un 1% del metodo X e ho ottenuto questi risultati” come a sottointendere “e figuratevi cosa succederebbe se applicassi il rimanente 99%!” e via discorrendo.
Voglio essere chiaro e cristallino: non ho NIENTE in contrario con i proclami in sé, sono parte del gioco, spesso e volentieri sono utili e altrettanto spesso sono semplicemente un modo per condividere un successo, accrescere la credibilità del Sistema Z o del Metodo Y, e in generale portano più benefici che malefici. Ma sono contrario al modo in cui vengono utilizzati e quindi recepiti dal pubblico. Sono quindi contrario a tutto ciò che spesso ne consegue.
Perché, chi “subisce” quei proclami, finisce per paragonarli con i propri dati e con i propri fatti.
Infatti il ristoratore che dovesse leggere quei proclami, finirebbe inevitabilmente per paragonarli con la situazione a lui più affine, che conosce meglio, che gli appartiene. Cioè la sua. E finirebbe altrettanto inevitabilmente per sentirsi in difetto, inadeguato o nella peggiore delle ipotesi per deprimersi di fronte ad un risultato positivo raggiunto da un collega.
Sapete perché? Perché va sempre a finire che dei colleghi e dei concorrenti si guardano solo i proclami:
- I comunicati stampa dove si parla di nuove aperture o di record di fatturato;
- I post di ringraziamento sui social dove si ringrazia tutto lo staff, i fornitori, i dipendenti, lo stato, Dio e tutti i santi;
- La condivisione di un successo lavorativo, di un traguardo raggiunto, di una meta a cui si è arrivati;
- I post auto-celebrativi, i baci e gli abbracci;
- In generale tutti i momenti “up”, pieni di parentesi belle e patatose.
E ripeto: va benissimo che ci siano. Alzano gli standard e creano un “ambiente di riferimento di eccellenza”.
Ma il problema nasce quando a quei proclami si paragonano i propri dati. La mamma dovrebbe averci insegnato che non si paragonano mele con pere, quindi non si dovrebbero paragonare i proclami degli altri con i propri dati e con i propri fatti.
Altrimenti si finisce per forza per pensare: ma come, quello lì apre si espande, e io sono ancora qua a fare i caffè, a smadonnare dietro ai camerieri e lucidare i calici del vino bianco?
Quando avete in mano i dati, e dovreste averne sempre, non dovete usarli per paragonarli con quelli degli altri. Cosa ci dovete fare lo vedremo tra pochissimo.
Se invece in mano avete i proclami, io vi consiglio di lasciarli in mano a chi si occupa del marketing della vostra azienda e poco altro. Se invece volete giocare a chi piscia più lontano, beh in quel caso paragonateli con i proclami degli altri. Ma vi posso garantire che buttereste il vostro tempo, e potreste dedicarlo alle cose veramente importanti.
Ora, voglio svelare un segreto a reti unificate. Tenetevi stretti e mettete a letto i bambini e i ristoratori illusi. Perché questo segreto vi farà contorcere le budella:
- I proclami sono nella maggior parte dei casi… FALSI. O meglio, sono veri, ma sono parziali, incompleti, abbelliti. Raccontano solo una parte della verità. Raccontano le aperture, ma non i mesi di ritardo che vi sono dietro. Raccontano i record di fatturato, ma non gli investimenti, i debiti, i mutui che hanno portato a quei risultati. Raccontano i “grazie” ai dipendenti fantastici, ma non i licenziamenti o le vertenze sindacali in atto. Avete presente quei comunicati altisonanti delle grandi aziende quando licenziano il CEO dopo 1 anno di incarico? Ringraziamo Gian Maria per i risultati fantastici ma lo mandiamo a casa con tanto di buonuscita milionaria e assumiamo Roberto Carlo per l’anno prossimo. È chiaro che tra Gian Maria e la proprietà sono volati gli stracci, ma sui giornali leggiamo solo baci, cuori e amori. E così nel nostro piccolo: quando vedete un concorrente che fa la testimonianza che dura 3 minuti sul gruppo di qualcuno o dal palco di qualcunaltro, spesso e volentieri ci sono favori, strette di mano, interessi nascosti e via discorrendo. Ai nostri eventi noi mostriamo SOLO ed ESCLUSIVAMENTE casi studio. Argomentati, ricchi, dettagliati di informazioni. Senza conflitto d’interessi, senza pagare nessuno. Regaliamo solo il biglietto dell’evento per ringraziare gli imprenditori del tempo che ci dedicano. Perché una testimonianza o due righe su un comunicato stampa sono FACILI da falsificare, un caso studio è MOLTO DIFFICILE da falsificare.
- I dati sono VERI. E spesso dipingono un quadro molto più pessimistico, molto meno colorato, molto meno altisonante e divertente, molto più vero. Molto più vero.
E questo è ancora più vero su internet. Vi svelo un altro segreto: su internet chiunque può scrivere la qualunque. Dietro a quella foto con lo staff sorridente e in tiro magari c’è un ambiente di lavoro tossico, dove i cuochi si alzano i fuochi sotto le padelle agli altri cuochi e i camerieri si sputano nei rispettivi caffè. Dietro a quell’apertura di successo c’è un piano di aperture non rispettate. Dietro a quella coda davanti al locale ci sono figuranti in fila o c’è un locale vuoto negli altri giorni della settimana.
Quindi Lorenzo ci stai dicendo che dobbiamo imbruttirci, diventare scettici e malfidenti verso quello che guardiamo online e offline? Sì, nel senso che dovreste tenere le antenne ben dritte e il cervellino sempre su “on”, ma no, nel senso non dovete imbruttirvi o diventare scettici come Marco Travaglio (che salutiamo in quanto sicuramente ci sta ascoltando. Visto? Questa era un proclamo, ed era falso!)
Ora arriviamo al punto del video, al punto di ognuno di questi podcast, che non è descrivere il problema, anche se già questo aiuta parecchio a pensare e riflettere, ma a ricavarne una soluzione.
Sapete qual è la soluzione in questo caso? Fare quello che fanno i RISTORATORITOP: cioè TIFARE ATTIVAMENTE PER GLI ALTRI MA COMPETERE SOLO CON SÈ STESSI.
Non lo vedete ma nello script che mi son scritto l’ho scritto in maiuscolo e grassettato per ricordare al Lorenzo che sta leggendo quando questo concetto sia importante, per cui lo ripeto: TIFARE ATTIVAMENTE PER GLI ALTRI MA COMPETERE SOLO CON SÈ STESSI.
Un RISTORATORETOP compete SOLO con sè stesso. Un RISTORATORETOP prende i numeri esattamente per ciò che sono: numeri. E i proclami esattamente per ciò che sono: proclami.
Veniamo al dunque. Come approcciare i proclami e come approcciare i numeri in modo corretto, costruttivo, efficace?
Partiamo dai proclami.
I proclami si approcciano con diffidenza e scetticismo, ma con sano e giusto positivismo. Significa: quel proclamo, che ho letto su internet, facico finta che sia vero, tifo per il collega, gli auguro il meglio, ma sono consapevole che dietro c’è una parte che non è stata raccontata. Una verità celata che è palese solo agli occhi di chi ha deciso di tenerla nascosta. Un proclamo non serve a deprimersi perché gli altri DICONO di fare meglio. Non vi bevete il marketing degli altri. Non bevetevi neanche il vostro, perché si finisce per diventare dissociati, e purtroppo nel mondo della formazione è pieno di gente che s’è bevuta il proprio marketing, sia formatori che studenti o clienti di quei formatori, ma nemmeno quello degli altri. Non è che se uno dice che è il numero uno ci credete sulla parola.
Dovreste conoscere i fatti per giudicare veramente quella realtà, dovreste conoscere la storia dietro a quei personaggi, i dettagli, gli altarini, i numeri e i dati. Ma oggi anche quelli sono mistificati e falsificati e a meno che non vogliate diventare dei giornalisti, lasciate perdere. Sano scetticismo + positivismo. Tifate per gli altri, competete solo con voi stessi.
Come si trattano i numeri? Anche qua, la consapevolezza è che un numero è un numero. E misurarlo serve al solo scopo di migliorarlo. Se quel numero non è sotto il mio diretto controllo, lo tratto come un proclamo. Se quel numero è sotto il mio diretto controllo lo spezzo in tante parti e lo trasformo in un’azione che io e il mio team dobbiamo seguire per fare sempre del nostro meglio.
Chiudete l’anno a 600.000€ e il vostro dirimpettaio dice di aver fatto 2M? Voi dovete puntare a fare 700k l’anno prossimo, non 2,5M. Il vostro concorrente si compra la mercedes in 168 rate pignorando il bancone del bar? Voi non dovete presentarvi con la Ferrari, dovreste comprare l’auto che volete e dedicarvi alle cose che voi ritenete importanti. Dovete migliorare i vostri dati. Non misurarvela con gli altri.
Ricordate che degli altri conoscete SOLO i proclami, di voi conoscete la verità. La verità batte sempre un proclamo, per peso, densità e rilevanza.
Quindi, le consapevolezze che dovreste portarvi a casa da questo podcast sono, in ordine:
- Non paragonate i proclami degli altri con i vostri dati;
- I proclami degli altri sono informazioni filtrate dai loro uffici marketing che raccontano la verità, ma ripulita dalle scomoda realtà.
- Non bevetevi il marketing degli altri, non bevetevi il vostro, di marketing. Sguardo alto a guardar le stelle, ma piedi ben saldi a terra, che comunque sia altro il vostro trono rimanete pur sempre seduti sul vostro culo.
- Guardate i VOSTRI numeri, non quelli degli altri, allo scopo di migliorarli, farli a pezzi e ricostruirli da capo.
- Competete con voi stessi, tifate per gli altri.
Così è come ragiona un RISTORATORETOP, così è come vi consiglio di approcciare il vostro business.
Si sta meglio, si vive alla grande e ci si concentra sulle cose importanti.