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RR062 | Se vi becco a mettere mi piace ai post degli altri formatori…

Oggi vi racconto un aneddoto. Da poco è finita la IV Edizione del Forum della Ristorazione che, a proposito, è stata una figata e un grande successo.

Durante la seconda giornata di Forum io giravo come se fossi uno dei partecipanti, ad ascoltare gli speech dei vari esperti che avevamo chiamato. 

Ad un certo punto uno dei partecipanti uno mi ferma e mi chiede una foto, che ovviamente faccio, anche se sempre imbarazzato. Poi, con aria circospetta, guardandosi intorno, mi dice: “Questa foto la tengo per me, non la pubblico! Sai, io ti stimo moltissimo, ti seguo da un bel po’ soprattutto sul gruppo Facebook ma non commento mai perché uno dei miei formatori mi ha detto che se mi becca andare da altri formatori mi banna dal suo gruppo e mi toglie il software!”

“Scusa, cosa?”

L’ho guardato con gli occhi pieni della stessa pietà con cui si guarda un labrador abbandonato in autostrada e legato al guardrail. E badate bene, io non so di chi stesse parlando. Non mi interessa, non gliel’ho chiesto e se voi che state ascoltando sapete chi sia non ditemelo perché, credetemi, non me ne frega un razzo. 

Io penso ai fatti miei, odio il gossip e allontano chi cerca di farne con me. Non mi piace parlare di altre persone, specialmente quando hanno opinioni così distanti dalle mie, ma soprattutto voglio limitarmi a discutere le IDEE. Ripeto: non parlo di persone e anzi, chissenefrega delle persone, parlo delle idee e dei comportamenti di queste.

Comunque, l’ho guardato negli occhi e ho ironizzato sul tutto, ma non vi nego che avrei voluto dirgli: sei uomo o bavosa di mare, mio dolce amico? Sei un essere unicellulare che viene trasportato dallo sciabordio delle onde? Ti manca la spina dorsale ed è per questo che sballonzoli come un ubriaco di venerdì sera? Ma soprattutto, perché hai bisogno del benestare di altri per fare ciò che vorresti e che riterresti giusto? Io ci sto rimettendo un tag nelle tue foto su Instagram, mio dolce amico, ma tu ci stai perdendo la dignità. Sulla bilancia delle cose che contano mi sa che ci stai perdendo più te che me…

Io sono emiliano, nato e cresciuto a Reggio Emilia con una parentesi milanese che mi è servita ma non m’è piaciuta. A casa ho sempre respirato socialismo e comunismo e credetemi che i valori di quelle correnti di pensiero sono quanto più lontano esistano dal mio modo di pensare, di vivere e vedere il mondo. 

Tanto per farvi capire, per me non esistono le collettività, esistono gli individui. Non ci sono “le donne” oppure “gli uomini”. Ci sono persone. Ci sono individui. Non ci sono “bambini”, intesi come astratto gruppo di nani, ma c’è quel bambino e quella bambina.

Ma una cosa della mia regione che ho respirato e condiviso sin da piccolo, è l’anti-fascismo. Che trovo sacrosanto. Perché un fascista è un violento, un divisore, un despota e un dittatore. Ma passando dal macro al micro, un fascista è uno che limita la libertà degli altri con la violenza o con le minacce di violenza, verbali o fisiche che siano. E per me, che metto la libertà al primo posto tra i miei valori, limitarla equivale a commettere un peccato gravissimo. 

Io amo la libertà. La pretendo da chiunque interagisca con me a qualsiasi livello. E la do a tutti quelli che interagiscono con me. La mia compagna può fare quel che vuole, non deve chiedermi di uscire o di frequentare chicchessia. Certo, se decidesse di tradirmi, cosa che mi auguro non accada, ne subirebbe le conseguenze, ma non soltanto ha il diritto di farlo, ha il mio permesso. I miei soci possono valutare di fare azienda con chi pare loro. I miei collaboratori sono liberi di guardarsi attorno e stabilire in autonomia se RT sia la loro migliore opportunità oppure no. I miei clienti possono formarsi con chi vogliono senza doverne rendere conto. I miei clienti possono mettere “mi piace” o “i cuori” su Instagram a chi vogliono.

Sapete che c’è? C’è che mi sento un po’ scemo a dire quel che sto dicendo.

Perché mi viene da aggiungere: e ci mancherebbe. Ma chi stracazzo sono io per dirti cosa devi fare e cosa no? Per vietarti di mettere i mi piace agli altri sui social? Ma chi sono, tuo padre? Tua madre? Il tuo tutore perché hai delle mancanze? O un tizio che ti può aiutare professionalmente? Io faccio marketing, ti voglio aiutare perché penso che insieme possiamo fare cose belle e di valore per tutti e due, io non voglio la tua fedeltà, la tua fede, la tua anima. Io non voglio dominarti psicologicamente. Io non voglio che pendi dalle mie labbra.

Raga, io sono un vostro fornitore.  

Certo, capace, professionale, fidato, che mette anima e corpo in quel che fa, che cerca sempre di fare overdelivery, del quale vi fidate, che potete vedere come un mentore o una guida, ma finisce lì. Sono un tuo fornitore. Non tuo padre. Non una divinità. In noi di RISTORATORETOP potete trovare dei colleghi imprenditori, dei professionisti capaci, dei leader con cui confrontarsi. Ma non Dio.

Bisogna che iniziamo a dare alle cose il loro peso. Se uno ti dice di non andare ai corsi degli altri, di non mettere mi piace ai post degli altri, di non usare i software degli altri, di non ascoltare i pareri degli altri sapete cos’è, oltre ad un polletto ruspante e piangente?

È un INSICURO. IN-SI-CU-RO. Fine. Comunque la mettiate. È uno con le paranoie che se vi da libertà poi voi ve la prendiate.

L’esatto opposto di quello che dovrebbe essere un leader carismatico. Se uno ha paura che andiate dagli altri a formarsi, a sentire cos’hanno da dire, a usare i loro software è un insicuro. Poi vi diranno che no, loro sanno cos’è meglio per voi e che lo fanno per proteggervi, povere anime perdute, che senza di loro siete perduti e che qualora dovessero uscire dalle vostre vite sareste voi a perderci, lontane come sareste dal vostro pastore, e che chi non la pensa così è uno sfigato, un perdente, un follower.

Raga, nooooo, nooooo e nooooo. No. Sono soltanto tizi e tizie in pieno conflitto d’interessi, spaventate che possiate trovare in altri fornitori e formatori dei contradditori pensanti, razionali, migliori di loro.

Sì, certo, può essere che vogliano proteggervi e che vi vogliano tanto bene, mie povere anime pie, oppure, oppure, oppure può essere che siano insicuri e che abbiamo paura vi troviate meglio a formarvi da altri e acquistare software da altri. Qual è l’ipotesi che reputate più probabile? 

Dico per dire eh, ognuno tragga le proprie conclusioni.

Ma usciamo dall’aneddoto per non rimanere nell’aneddottica, appunto, e passiamo al caso generale. Quel tipo del Forum son sicuro che non lo rivedrò più perché gli avranno scattato una foto al Forum, l’avranno beccato con le mani nella marmellata e ora starà chiedendo scusa dietro alla lavagna, in ginocchio sui ceci. 

Parliamo un po’ di me: io non solo sono sicuro della nostra offerta formativa, delle nostre consulenze e dei software che vendiamo. Io ne sono CERTO. Io ne vado fiero.

Tanto che io vi sprono a guardare i corsi degli altri, a fare le consulenze con gli altri, a comprare i software degli altri. Per due ragioni:

  1. Non siamo bravi solo noi. Sì, lo dico apertamente: non è che in Italia son bravi solo quelli di RISTORATORETOP. Anzi, probabilmente dove non arriviamo noi, ci sono arrivati degli altri. Noi facciam marketing, vi aiutiamo a posizionarvi meglio, ad acquisire e fidelizzare clienti, a riempire le sale, a guadagnare di più eccetera, ma dove non arriviamo noi, arrivano certamente dagli altri. Non vi seguiamo i social ad esempio. Lo sapranno fare altri. Non vi facciamo controllo di gestione. Lo sapranno fare altri. Non vi somministriamo persone, non vi aggiustiamo il frigo se si rompe, non vi ripariamo il tubo rotto sotto al lavandino, non vi insegniamo a fare le ricette. Non sappiamo fare tutto. Altri sanno fare meglio ciò che noi non facciamo.
  2. La seconda è che io non ho paura di consigliarvi dei concorrenti, parziali o totali che siano. Perché sono CERTO che su quel che facciamo noi di RISTORATORETOP siamo i più bravi. Suono saccente? Ci sta e me ne scuso, ma ci credo profondamente. In quel che proponiamo siamo i più bravi. Perché non c’è nessuno che io conosca in Italia che ha studiato la materia e l’ha applicata in così tanti casi specifici e in modo così approfondito come noi. Ci sono fior fiori di professionisti fuori dal nostro universo? Certo, ma nei nostri confini siamo i più bravi.

 

Ora, arriviamo alle doverose conclusioni.

Prima conclusione. Prima di frequentare un corso di formazione dovreste domandarvi: è una scuola di formazione o una setta? Questo a cui sto per partecipare, è un corso o una messa? Un culto della personalità o un culto del bel lavorare in ristorazione? Son qua ad ascoltare un tizio che mi dice cose interessanti per il mio lavoro o sono qua ad ascoltare un insicuro travestito da guru che vuole la mia anima e la mia fedeltà per riparare traumi irrisolti di quando metteva le braghe corte? Sono due cose diverse, scusate se lo dico. E vi chiedo, anzi vi spergiuro di fare lo stesso ragionamento con me e con noi di RT. Quando acquistate un nostro servizio o un nostro software, fatelo perché VI SERVE, non perché sono bravo io, non perché le mie argomentazioni sembrano convincenti, non perché vi sembro una persona carismatica, un leader o un guru, qualsiasi significato diate a questa parola.

Io lo dico chiaramente, e lo ripeto da 11 anni: io ho già un figlio, una quasi moglie, un gatto, a breve quaranta tra dipendenti e collaboratori. Non voglio altra gente intorno a cui rendere conto. Mi bastano questi, credetemi.

Scusate per tutti quelli a cui ho sottolineato l’ovvio, credetemi che non voglio offendere l’intelligenza di nessuno. Voglio solo dire la verità.

Seconda conclusione. Ascoltate tutti, trovate ciò che più “suona” con voi. Guardate, alla fine è un tema di affinità. Se mentre siete ad un corso, durante una presentazione, durante un webinar, quello dell’altra parte dello schermo vi da delle vibrazioni negative, vi sembra troppo pieno di sé, vi irrita, vi infastidisce… Ma c’è altro da aggiungere? Non avete bisogno di altro per capire che c’è qualcosa che non va. Semplicemente non va!

Inoltre, aggiungo, quando frequentate una scuola di formazione, un’accademia, un’università, un circolo di appassionati eccetera, non precludetevi altre strade. Va bene scavare pozzi e andare in profondità, ma dovete sempre uscire dal buco e valutarne altri. E scavatene in quantità. Ascoltate tutti. La pluralità di opinione è quello che vi consente di avere obiettività di scelta. Provatene in quantità. E solo alla fine scegliete quel che fa per voi. 

Altrimenti si creano delle pericolosissime camere dell’eco che sembrano delle sette. E ascoltate i pareri dei fuoriusciti dalle sette: si ripetono costantemente, ma come ho fatto ad essere così pirla da cascarci? 

Vi consiglio un libro a riguardo, si chiama “Occulto Italia”. L’hanno scritto due giornalisti, Gianni del Vecchio e Stefano Pitrelli, e parla di come sia FACILE e FREQUENTE imbattersi in ambienti settari, dei quali stabiliscono i confini e vi insegnano a riconoscerli. Statene fuori, quella roba è pericolosa, estremista, polarizzata e alla fine dei conti risulta sempre, sempre, sempre controproducente.

Anche se vi porta risultati. E anche se vi aiuta a raggiungere gli obiettivi. Dovreste sempre domandarvi: a che prezzo?

Terza conclusione. Se uno cerca di limitare la vostra libertà, di fare ostracismo nei confronti di RISTORATORETOP, di additarci come pericolosi, di metterci al bando come lebbrosi e di consigliarvi caldamente di non frequentarci, ma scusate, di quali altri indizi avete bisogno per capire che quelli pericolosi e quelli da cui stare lontani son loro? Ma fuggite a gambe levate. Stanno cercando di manipolarvi. Stanno cercando di mettervi in guardia mentre, tra l’altro, sono in conflitto d’interessi nel farlo.

E quando vi succederà, fermatevi, fate un respirone e dite loro: ma come ti permetti di decidere al posto mio? Io sono un uomo, una donna, un imprenditore e una imprenditrice libero e libera, indipendente, penso con la mia testa e non sarai di certo te a stabilire cosa sia giusto o sbagliato per me.

 

Ho finito!

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